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PUNTO #13 del PROGRAMMA (a cura di Paolo Nesta, Alessandro Graziani e Cristina Tamburro)

Realizzare l’ampliamento della Città Giudiziaria, ottenendo di collocare in Prati (nelle caserme “N. Sauro” e “L. Manara”, o in altre strutture pubbliche attualmente disponibili. Ad esempio: ex Mercato dei Fiori in via Trionfale) il Giudice di Pace (Penale e Civile) e il Tribunale per i Minorenni.#PaoloNesta e #AlessandroGraziani: “Da decine di anni gli Avvocati romani sono costretti a subire i gravi disagi, derivanti dalla dislocazione degli Uffici Giudiziari in parti della città, distanti tra di loro. La conseguenza è che gli Avvocati, non avendo il dono dell’ubiquità, non riescono ad adempiere convenientemente al loro dovere professionale. In effetti in zona Prati, dove attualmente sono collocati alcuni uffici Giudiziari, sarebbe possibile, fin d’ora utilizzare altre strutture pubbliche, attualmente in disuso (vedi ex Mercato dei Fiori e caserme “N. Sauro” e “L. Manara”),dove, previa esecuzione dei necessari lavori, potrebbero trovare allocazione, tra l’altro, il Giudice di Pace civile e penale con notevole risparmio economico per la collettività ,atteso che attualmente le sedi del Giudice di Pace sono collocate in edifici condotti in locazione dall’Amministrazione Pubblica”.#CristinaTamburro: “Quando si trascurano i luoghi in cui si amministra la Giustizia, i diritti rischiano di essere abbandonati, giacendo insieme alle montagne di faldoni accatastate nelle Cancellerie o nei depositi improvvisati dei Tribunali. L’edilizia giudiziaria è un problema, oramai, ineludibile, che affligge gli uffici del distretto e la cui mancata soluzione incide sulla stessa funzionalità dell’attività giudiziaria, oltre che dei correlati servizi di cancelleria e amministrativi. L’edilizia giudiziaria va considerata un fattore direttamente incidente sull’efficienza del sistema giustizia, al pari delle procedure che disciplinano l’attività giudiziaria, degli strumenti informatici e della copertura degli organici. Gli Avvocati si trovano costretti ad operare in strutture inadeguate per insufficienza dei locali e dei servizi, spesso inospitali e, in alcuni casi, persino insalubri. Tali luoghi di lavoro non sono dignitosi per tutti coloro che li frequentano, anche soltanto come utenti”.

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